Una vicenda realmente accaduta, che punta i riflettori sul fenomeno brigantaggio, che ha segnato la storia sociale e politica del Mezzogiorno d’Italia. Stiamo parlando di “Ricatto Massaro”, il libro, scritto da Giuseppe Massaro, che racconta una storia vera, avvenuta a Francavilla Marittima, città natale di Massaro, ovvero il sequestro, da parte dei briganti, e la successiva liberazione di Giuseppe Massaro, bisnonno dell’autore. Il volume è stato presentato venerdì sera nella Sala consiliare del Comune di Castrovillari, nel corso di un’iniziativa, promossa dall’Associazione Kontatto Production, con il patrocinio del Comune e moderata da Pasquale Pandolfi, responsabile delle attività culturali di Kontatto, a cui hanno preso parte, oltre all’autore, anche il sindaco della città del Pollino, Mimmo Lo Polito ed il giornalista Luigi Troccoli. Erano presenti anche le docenti Angela Lo Passo e Mena Ferraro, le quali hanno curato le letture. “Il grande merito dell’autore – ha dichiarato Troccoli- è stato quello di aver raccolto i documenti riguardanti la storia narrata nel libro, avvenuta nel 1872”.
“Questo libro -ha aggiunto- ripercorre la storia di eventi avvenuti in piccoli paesi e si inserisce all’interno della cosiddetta microstoria. Giuseppe Massaro, un ragazzo di 15 anni, venne rapito e poi rilasciato. Durante la prigionia fu guardato a vista”. “Il sequestro del mio bisnonno- ha detto Massaro- venne organizzato a scopo estorsivo e non ideologico. Il padre del mio bisnonno venne minacciato: gli fu detto che, se non avesse pagato il riscatto, al figlio gli avrebbero tagliato un orecchio”.Una delle figure rilevanti, all’interno della storia, è quella di un maggiore, che aveva una grande capacità di indagine. “Il maggiore- ha spiegato l’autore -vedeva il ragazzo, Giuseppe, una volta liberato, molto diffidente ed uso’ tutte le sue capacità per metterlo a suo agio”, Come detto, per la liberazione del giovane venne pagato un riscatto. “Il mio trisavolo – ha affermato Massaro- pago’ un riscatto di 1000 ducati e questo, per i miei antenati, fu un tracollo”, dal punto di vista economico. “Nel libro – ha aggiunto- c’è tutto uno spaccato sociale del tempo. La mossa che mi ha spinto a scrivere è stata la curiosità, però lungo il percorso mi sono accorto che c’era tanto ed ho tirato fuori questo libro”. “Dobbiamo tirare fuori -ha concluso- tutte le storie che sono nei cassetti”.