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IL FESTIVAL

Cipolla bianca di Castrovillari: modello di recupero e valorizzazione di biodiversità

L'1 e 2 luglio ritorna nella città del Pollino il festival che ne esalta le peculiarità e versatilità in cucina. Triplicata la produzione rispetto allo scorso anno, così come sono in aumento gli ettari coltivati e i produttori iscritti alla De.Co. promossa dall'amministrazione comunale.

Non c’è più solo la rossa a far gola agli chef e i professionisti del settore della ristorazione. All’ombra del Pollino la cipolla bianca di Castrovillari, legata alla tradizione agricola della zona dei “giardini” che rischiava di scomparire, è divenuta un modello di recupero e valorizzazione della biodiversità.

L’amministrazione comunale guidata dal sindaco, Domenico Lo Polito, attraverso l’assessorato alle attività produttive affidato a Nicola Di Gerio, ha creduto nelle potenzialità di questa identità alimentare del Pollino, dando vita ad una De.Co. che in poco meno di un anno ha prodotto la diffusione sul territorio del prodotto, la moltiplicazione della quantità coltivata grazie ad una rete sempre più numerosa di produttori, molti dei quali giovani, che hanno scelto di valorizzare l’ecotipo ormai ricercato dagli chef della zona e anche fuori regione.

Alla “bianca” con il ciuffo dorato, made in Castrovillari, l’amministrazione comunale e la rete dei produttori di Cipolla Bianca dedicheranno l’1 e il 2 luglio, il festival alimentare che vuole avvicinare sempre più consumatori al prodotto locale, ma anche valorizzarne l’esperienza produttiva e il potenziale economico che rappresenta per il territorio. Due giorni di street food, con chef locali e calabresi, convegni, tanta buona musica e una varietà di ricette che avranno come protagonista l’ecotipo locale, sostenuto anche dall’azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese (ARSAC) che attraverso gli uffici territoriali ha contribuito a scrivere il disciplinare che è il cuore pulsante della De.Co.

Oggi sono 16 gli ettari coltivati nella zona di Castrovillari (rispetto ai 7 dello scorso anno), per un totale di 120 quintali (erano un terzo nel 2022) prodotti grazie ad una rete di circa 30 produttori tra aziende agricole e singoli appassionati. Numeri in crescita che segnano il trend positivo di un modello di recupero della biodiversità alimentare, diffusa negli anni ’70 e che oggi riprende vigore e vuole conquistare i mercati con le sue qualità.

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