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SOTTO TERRA

Il progetto Eremita di GradoZero: alla scoperta di un’area carsica attiva nel cuore del Pollino

Tra il Monte Grattaculo, piano Eremita e colle Ruggio l'associazione castrovillarese, in collaborazione con diversi gruppi speleologici del Sud Italia, ha iniziato l'esplorazione di un sito di particolare interesse.

a cura di GradoZero Asd

Correva l’anno 2019 quando, durante un’escursione nel Parco nazionale del Pollino, alcuni soci di GradoZero si imbatterono in uno splendido scenario dal notevole valore geomorfologico e speleologico. È così che nella primavera-estate 2022, a seguito delle dovute autorizzazioni, l’associazione sportiva affiliata a UISP decise di intraprendere uno studio geo-speleologico avente lo scopo di approfondire i caratteri geologici e geomorfologici di un ristretto bacino idrografico ed indagare i caratteri strettamente connessi all’esplorazione speleologica relativo ad un’area ricadente nel cuore del Pollino. Ci troviamo più precisamente ad una quota di circa 1600 metri s.l.m, tra il Monte Grattaculo, Piano Eremita e Colle Ruggio.

La geologia nel Massiccio del Pollino rappresenta il perno centrale dei diversi e numerosi ecosistemi che ne derivano. Conoscere la natura litologica di una determinata area è senza dubbio il punto di partenza per studiare e comprendere i diversi aspetti ad essa connessi.
Un’area carsica attiva la si riconosce dal paesaggio che ne deriva, caratterizzato da numerose doline, inghiottitoi, fossi di ruscellamento e diverse forme carsiche superficiali: esattamente quello che avevamo di fronte.

Tra le varie forme carsiche individuate una in particolare ha richiamato la nostra attenzione: un inghiottitoio di notevoli dimensioni che convoglia verso l’interno del massiccio calcareo le acque di ruscellamento, da noi denominato “Inghiottitoio Eremita” per via della toponomastica di un’area poco distante. A rendere imponente il sito è una parete rocciosa calcarea, molto fratturata e relativamente pulita da vegetazione che, come un diamante incastonato, sovrasta per un’altezza di circa 17-20 metri l’ingresso dell’inghiottitoio.

Le ispezioni nel sottosuolo

Dai primi rilievi in sito, in correlazione con la cartografia geologica, l’area risulta fin da subito interessante dal punto di vista litologico, in quanto situata in prossimità di un contatto stratigrafico tra argille del Miocene e calcari del Giurassico. Inoltre, come si nota dalla giacitura e dalla fratturazione degli strati, l’intera area è stata sottoposta a stress tettonici che hanno portato alla deformazione e quindi alla rotazione degli strati, portandoli in posizione verticale.

La verticalità degli strati è la causa principale dell’infiltrazione delle acque di ruscellamento, in quanto i giunti di interstrato posti in verticale fungono come via preferenziale alle acque meteoriche, favorendo la penetrazione all’interno dell’ammasso roccioso. Di conseguenza, la forza erosiva e l’azione solvente delle acque piovane, allargando tali fessure hanno portato alla formazione di cunei e quindi al crollo di grossi blocchi che in parte si rinvengono alla base della parete calcarea. Attualmente, gran parte dei blocchi si trova all’interno dell’inghiottitoio, o comunque nella porzione superiore del pozzo, facendo da tappo e/o filtro alla probabile cavità che potrebbe trovarsi al di sotto.

La prima fase è stata caratterizzata quasi esclusivamente da due azioni: sopralluoghi con lo scopo di verificare lo stato nivale (presenza di neve fino ai primi giorni di luglio 2022) e lo stato evolutivo della vegetazione relativa al sottobosco in vista dell’inizio dei lavori di disostruzione dell’inghiottitoio; ricerca storica con il coinvolgimento dei locali e bibliografica dell’eventuale censimento della cavità presa in esame.

In seguito, con la certezza di aver individuato un sito sconosciuto e privo di altre ricerche nei tempi passati, e con le dovute autorizzazioni da parte dell’Ente Parco Nazionale del Pollino, dal Comune di Viggianello e dal proprietario del terreno, GradoZero decise di organizzare dei turni di lavoro con l’aiuto indispensabile di diversi gruppi speleo provenienti dal sud Italia, con l’obiettivo di provare a disostruire l’ingresso dell’inghiottitoio e tentare l’accesso nel buio del massiccio calcareo.

Grazie al fondamentale supporto ottenuto è stato possibile iniziare i lavori e svolgere le seguenti attività: pulizia e messa in sicurezza dell’area, costruzione di piccoli terrazzamenti o briglie con materiale naturale reperito in loco atte al contenimento di terra, rocce, rami e foglie provenienti dai primi metri interni e antistanti l’inghiottitoio ed infine, disostruzione dell’ingresso dell’Eremita.

Le operazioni di disostruzione si sono svolte su tutta l’area d’ingresso dell’inghiottitoio che, allo stato attuale, misura circa 4,50 metri di larghezza e 2,00 metri di altezza; successivamente, seguendo principalmente la via dell’acqua e la lieve corrente d’aria che proveniva dall’interno della cavità, si è deciso di approfondire lo scavo nella parte sinistra dell’inghiottitoio, raggiungendo una profondità massima di circa 7-8 metri da piano campagna.

Il microclima e gli accumuli di neve

Un fattore di estremo interesse ecologico è il microclima che si crea in prossimità dell’ingresso, con una notevole escursione termica tra ingresso inghiottitoio e faggeta antistante, oltre che un alto tasso di umidità. Durante il periodo estivo, all’interno della cavità, la temperatura oscilla tra 4 e 7 °C mentre all’esterno è tra 20 e 27 °C con presenza di accumuli di neve fino a luglio 2022.

Al termine di questa prima fase di lavoro, possiamo dire che l’inghiottitoio Eremita risulta estremamente interessante da un punto di vista speleologico e decisamente attivo sotto il profilo geomorfologico. Pur non avendo un grosso bacino di raccolta, convoglia verso il suo interno un’importante quantità di acque piovane, trasportando materiale solido di varia natura il quale si deposita all’interno della cavità creando un vero e proprio tappo, rendendo difficile il passaggio umano.

Tutto quanto sopra riportato è stato possibile grazie al lavoro volontario dei soci dell’asd GradoZero e a quello di tanti gruppi speleo che ringraziamo sinceramente del tempo e della disponibilità data: Le Forre del Tirreno; Gruppo Speleologico GSG “Le Grave”; Gruppo Speleo-Escursionistico “Mercurion”; Gruppo Grotte Grottaglie; GST – Gruppo Speleologico Tricase; Gruppo Ricerche Carsiche Putignano.

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di Redazione

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