I caduti sul lavoro sono un esercito numero e invisibile, che crese ogni anno quasi di fronte all’impotenza di poterlo arrestare. Sono già 681 i morti nei primi otto mesi dell’anno, senza nessun calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Praticamente 3 morti al giorno, in Italia, uno ogni 8 ore di lavoro. Una statistica impietosa, drammatica, che riaccende il bisogno di intervenire nel comparto occupazionale soprattutto dei cantieri, dei settori agricoli e dei traporti che sono quelli più esposti al rischio.
A Parma, per le celebrazioni nazionali della 75esima giornata per le vittime degli infortuni sul lavoro, promossa da Anmil, c’era anche un pezzo di territorio: i familiari di Edison Malaj l’operaio morto a Frascineto il 16 febbraio del 2024, hanno partecipato alla cerimonia italia con tanto di foto del loro congiunto stampate su magliette bianche. Schiacciato da un lastrone di cemento mentre era in un cantiere e insieme a dei colleghi stava movimentando il grosso carico. Da più di un anno moglie e figli attendono di sapere la verità e avere giustizia per quella giornata di lavoro iniziata come sempre e finita in tragedia. Se in quella dimensione occupazionale tutti i criteri di sicurezza erano stati rispettati o si giocava al ribasso mettendo a rischio la vita dei lavoratori. Interrogativi che si aggiungo al dolore infinito e che attendono risposte giudiziarie per le quali la moglie Silvana ha deciso di non abbassare la guardia, ma rilanciare ad ogni occasione utile il bisogno di sicurezza perchè non accada mai più.
I morti sul lavoro rappresentano una grande piaga per il sistema italiano. Senza contare che tra gli infortuni denunciati e registrati ce ne sono tanti che rimangono sommersi perchè sfuggono alle statistiche di conteggio perchè frutto del segmento dei lavoratori irregolari.
La maggior parte degli infortuni mortali, quasi il 30 per cento, avviene in itinere mentre si va o si rientra dal lavoro o tra chi guida per lavoro. Gli infortuni denunciati all’Inail sono stati 384mila, in leggero calo dello 0.7 per cento rispetto al 2024. Il calo riguarda soprattutto per la componente maschile, mentre c’è un aumento di infortuni nelle donne e tra gli over 60. E poi ci sono le malattie professionali che registrano una netta crescita soprattutto per quel che riguarda l’apparato muscolo scheletrico e neurologico. E poi nell’ultimo quinquennio c’è stata una crescita del 36 per cento di denunce per tumori, in gran parte dovuti all’amianto che continua a fare 480 vittime ogni anno.
«Serve una Procura nazionale del lavoro che porti avanti le indagini rapidamente evitando il rischio di prescrizione», sottolinea David Mosseri Vicedirettore Nazionale.