Si parte oggi lunedì 26 maggio con la programmazione degli spettacoli della 25ª edizione di Primavera dei Teatri, il festival dei nuovi linguaggi della scena contemporanea ideato e diretto da Dario De Luca, Saverio La Ruina, Settimio Pisano, che si terrà a Castrovillari dal 26 maggio al 1° giugno 2025.
Un traguardo importante per una manifestazione che in un quarto di secolo ha saputo trasformare una città del sud Italia in uno dei più vivaci laboratori di sperimentazione teatrale a livello nazionale e internazionale. Con oltre 35 eventi tra spettacoli teatrali, performance, danza, musica, residenze artistiche, mostre, workshop e incontri, il festival si conferma come un crocevia di visioni, linguaggi e creatività con 9 Prime Nazionali, 1 anteprima nazionale e 4 residenze artistiche. In un momento storico in cui la cultura è chiamata a rinnovare la propria funzione sociale e politica, Primavera dei Teatri ribadisce la propria missione: promuovere il teatro come strumento di riflessione critica, contaminazione artistica e sviluppo locale, puntando sui nuovi linguaggi, le giovani generazioni e la multidisciplinarità.
Il programma della prima giornata
Si parte alle 18:45 dal Teatro Sybaris con il primo spettacolo Cani Lunari per la regia e coreografia di Francesco Marilungo, proposta contemporanea che vuole porre l’attenzione su una figura da sempre marginale nella società ma che continua a riprodursi nel tempo con tratti comuni e uniformità – quella della strega, della guaritrice, della maciara, come viene chiamata nel Meridione italiano. Alle 20:15 invece presso il Teatro Vittoria invece andrà in scena Lo Spazio occupato prima nazionale della Nuova Compagnia del Balletto di Calabria che mette in scena la comprensione della profonda importanza di un’amicizia o di un amore che spesso sfugge finché non ci troviamo ad affrontarne l’inaspettata assenza nel tessuto delle nostre vite. Ultimo appuntamento di giornata alle 21:45 presso il Teatro San Girolamo con Nobody Nobody Nobody. It’s ok not be ok spettacolo di danza di Daniele Ninarello. Partendo dalla propria esperienza autobiografica, la performance si manifesta come un discorso danzato che indaga le memorie e le tracce lasciate sul corpo dalla cultura del controllo, della violenza e dell’offesa. I