Sono passati già dieci anni da quando padre Adolfo della Torre ci ha lasciati. Francescano nato a Chiari nel bresciano, ha vissuto per molto tempo nella città di Castrovillari tra le mura del convento di San Francescano, facendosi apprezzare per il suo stile sobrio ma appassionato di uomo di Chiesa fedele e attento alla Parola e ai poveri. Parola sferzante nelle omelie che sapevano cogliere il cuore del Vangelo annunciato, tenero e accogliente verso tutti, soprattutto i poveri verso i quali non ha mai risparmiato impegno e risorse economiche.
Erano gli ultimi la sua missione quotidiana. La misericordia la bussola del suo agire. Diceva sempre «se fate un rimprovero fatelo con amore» e invitava sempre tutti a «conoscere, amare e servire il Signore». I poveri erano la ferita sociale che aveva scelto di curare in maniera specialissima chiedendo al popolo di Dio che gli era affidato di sceglierli alla stessa misura per essere credibili nella sequela del Vangelo. Un uomo di Dio in piena regola, cosi fedele all’obbedienza (uno dei pilastri del suo ordine di appartenenza) che quando già anziano i “conventuali” di Calabria decisero per lui il trasferimento a Catanzaro placò i mugugni del popolo castrovillarese che non voleva lasciarlo andare e prese la valigia e partì nella città dove terminò la sua esistenza terrena.
Venerdì 30 maggio alle ore 18:00 sarà ricordato con una celebrazione eucaristica, a dieci anni dalla sua morte, presieduta dal vescovo della Diocesi di Cassano all’Jonio, monsignor Francesco Savino. Brillante nelle battute, profondo nelle riflessioni, dallo sguardo che scopriva l’anima del suo interlocutore, ha saputo tracciare in tanti fedeli la breccia utile alla scoperta della propria interiorità alla luce della fede in Cristo. Nella città di Castrovillari ha lasciato una traccia indelebile del suo passaggio e l’amministrazione comunale, citando le indiscrezioni, potrebbe annunciare quanto prima l’intitolazione di una strada al frate francescano amato da tutti e servo della Chiesa e dei poveri.