Domenico Forastefano, 61 anni, detto Mimmo ‘u pisciaiuolu, è rimasto ferito in un agguato di chiaro stampo mafioso avvenuto nelle campagne di Cassano allo Ionio, dove si trovava per lavorare un terreno di sua proprietà. L’uomo, nonostante fosse soggetto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, godeva di un permesso per l’attività agricola. Proprio durante questo spostamento chi aveva deciso di tendergli un agguato mortale lo ha raggiunto e gli ha scaricato addosso diversi colpi d’arma da fuoco. Solo la prontezza dell’uomo gli ha salvato la vita. Si è protetto con un braccio, al quale è rimasto ferito, ed è riuscito ad allontanarsi velocemente a bordo della sua auto e recarsi in maniera autonoma presso l’ospedale “Chidichimo” di Trebisacce dove è stato curato con le prime medicazioni.
E’ stato il personale dell’ospedale ad allertare i Carabinieri che ora indagano su questo agguato dalle modalità ndranghetistiche. Da Trebisacce l’uomo è stato poi trasferito in sicurezza presso l’ospedale “Nicola Giannettasio” di Corigliano Rossano, dove si trova ricoverato sotto lo stretto piantonamento dei Carabinieri.
Secondo le prime ricostruzioni, il killer avrebbe esploso un intero caricatore, ma Forastefano è riuscito a salvarsi. Le indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia di Cassano e dal Nucleo investigativo di Cosenza, puntano a chiarire chi abbia organizzato l’agguato e con quali motivi. Domenico Forastefano è un nome storico della criminalità della Sibaritide.
Negli ultimi anni aveva lasciato il comando al figlio Pasquale, soprannominato “L’animale”, oggi detenuto al regime del 41-bis nel carcere di Novara. Proprio lui, poche ore fa, ha ricevuto una nuova condanna a vent’anni nel processo “Gentleman 2” per traffico internazionale di stupefacenti. Il ferimento del padre riporta alta la tensione in un’area dove la faida e i vecchi rancori sembrano non essersi mai spenti.