Si diceva una volta piazze piene, urne vuote. Ora che le piazze sono sempre meno – perchè i comizi elettorali diventano spazio per pochi big e si preferisce cercare il voto porta a porta – le consultazioni elettorali sembrano svuotarsi del loro potere democratico. Era dal 2000 che non si registrava un dato così basso di astensionismo. Alla fine della due giorni elettorale per il rinnovo del consiglio regionale della Calabria e l’elezione del nuovo presidente il dato allarmante è che solo il 43,14% dei calabresi ha scelto di recarsi alle urne per scegliere il futuro della regione. Vale a dire 814.588 votanti su 1.888.368 cittadini aventi diritto.
Quattro anni fa erano andati a votare il 44,36% degli elettori. Ed era già un dato allarmante che la politica regionale, in questi anni, non ha saputo colmare. Nonostante Occhiuto – che si prepara a stravincere dai dati degli istant poll – sia stato apprezzato per il suo modo diretto e moderno di fare politica e anche comunicazione rispetto alle strategie di governo della Calabria straordinaria per propone ai calabresi e al mondo intero, non ha saputo accorciare la distanza tra i delusi dalla politica di ogni colore e il palazzo del potere.
Così ancora una volta, al di là del vincitori e degli sconfitti di questa nuova tornata elettorale, i veri vincitori sono gli astensionisti. Coloro i quali rifiutano la rappresentanza democratica e preferiscono restare lontano dalle piazze e dai governanti. Sono ad oggi il 56,86% dei cittadini calabresi e rappresentano il maggior partito oggi sulla piazza. In questa deriva si rischia di piombare in un periodo buio, che già si intravede allorquando temi di comune sentire (come la sanità, la sicurezza, la mancanza di infrastrutture, gli scippi sui territori) vengono posti al centro delle manifestazioni sui territori. Sono sempre meno coloro che partecipano, e sempre gli stessi che riempiono le piazze dove si affrontano temi di interesse pubblico. Che dovrebbero stare a cuore a tutti.
E’ stato così anche in questa campagna elettorale. Chi ha vissuto le piazze e quei pochi momenti di confronto pubblico dei candidati presidente e dei loro beniamini avrà notato le “vacche di Fanfani” dei partiti che hanno riempito le piazze in ogni angolo delle circoscrizioni. Popolo di fan sicuri, da sportare in ogni appuntamento, segnale ineludibile della disaffezione dei cittadini anche verso l’ascolto di proposte politiche.
E’ questa la vera debacle elettorale, la vera emergenza da colmare. E non è solo il governo regionale che è chiamato a scalare questa montagna di vuoto democratico. Tutti i partiti devono unirsi, come non mai, per recuperare il diritto a confrontarsi con un elettorato che ha ormai perso fiducia e senso istituzionale, capacità di partecipazione e volontà di scelta. Il futuro della Calabria, ma anche del Paese passa da queste piazze vuote, che bisogna riempire di contenuti alla quale la gente comune possa ritornare a credere, per costruire un futuro diverso. Questa volta insieme, e non solo con pochi affezionati.