«Ci battiamo ogni giorno per tutelare i diritti delle persone, soprattutto di quelle più deboli e più fragili, spesso vittime di gravi sofferenze». Così si esprime in una nota stampa l’europarlamentare M5S Pasquale Tridico, che poi, con riferimento alla vicenda della famiglia calabrese Bonanata, già oggetto di un’inchiesta giornalistica del programma televisivo “Le Iene” ha sottolineato: «Alle istituzioni pubbliche chiediamo un impegno maggiore. Molte volte, accelerare sulle verifiche e sugli interventi può essere addirittura determinante al fine di salvaguardare il benessere e anche il patrimonio delle persone più indifese, come nel caso in questione. Nello specifico, parliamo di due persone anziane che, per quanto ricostruito da “Le Iene”, sarebbero state convinte – spiega l’europarlamentare – a cedere ad altri la loro casa e a trasferirsi in una Rsa, mentre la loro unica figlia sarebbe finita, a insaputa degli stessi genitori, in una struttura sanitaria convenzionata».
«I due anziani, ritornati nella loro abitazione grazie all’interessamento del sindaco di Castrovillari, Domenico Lo Polito, che ringrazio per l’aiuto fornito a queste persone, sono poi morti in stato di abbandono. Oggi, la loro figlia, erede legittima, non potrebbe ritornare nell’immobile di famiglia, a quanto pare intestato a terzi e senza che gli anziani e la stessa ragazza ne avessero avuto precisa contezza. Confidiamo che, ciascuno per le proprie competenze, l’autorità giudiziaria e l’Ordine degli avvocati di Castrovillari facciano al più presto luce e giustizia su questa storia inquietante» ha concluso Tridico.
La vicenda giudiziaria
Nei giorni scorsi la Procura di Castrovillari ha formalmente chiuso le indagini sulla vicenda che coinvolge la famiglia Bonanata e l’avvocatessa Rosalba Amato. L’atto, firmato dal pubblico ministero Simona Manera, è stato notificato nei giorni scorsi e l’unica ipotesi di reato rimasta in piedi è quella di circonvenzione di incapace (art. 643 c.p.), accusa che riguarderebbe direttamente l’acquisizione dell’immobile dei Bonanata.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, Amato avrebbe approfittato della fragilità mentale di uno dei componenti del nucleo familiare per ottenere la disponibilità dell’abitazione attraverso un atto notarile stipulato a fine 2021. A supporto della tesi, gli inquirenti hanno raccolto documentazione patrimoniale e testimonianze relative al trasferimento del bene e alla gestione della famiglia in quel periodo.
La vicenda era arrivata all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale grazie alla trasmissione televisiva Le Iene, che ha raccontato la storia di Patrizia Bonanata, figlia della coppia coinvolta, finita ricoverata in una struttura per disabili mentre i genitori, ancora in vita, erano stati allocati in una Rosa in condizioni di isolamento e disagio.
La tesi difensiva
A difesa della professionista – che nei giorni successivi al clamore mediatico che assunse la storia parlò attraverso un comunicato a sua firma – stanno lavorano il pool di avvocati rappresentato da Riccardo Rosa e Roberto Le Pera. I legali dell’avvocatessa contestano le ricostruzioni mediatiche e sono intenti a presentare una memoria a sostegno della propria posizione prima dell’eventuale richiesta di rinvio a giudizio. Al momento, si resta in attesa delle decisioni del giudice e dell’eventuale fissazione dell’udienza preliminare. L’accusa, circoscritta all’atto notarile sull’abitazione, sarà oggetto di confronto tra le parti nei prossimi mesi.