Un’iniziativa importante ha permesso di far conoscere il modello di accoglienza realizzato dall’Associazione “Don Vincenzo Matrangolo” di Acquaformosa, guidata da Giovanni Manoccio. Parliamo del workshop internazionale sulla migrazione ed interazione sociale, tenutosi nei giorni scorsi nel borgo arbereshe del Pollino. Protagonista dell’iniziativa una delegazione internazionale, composta da una trentina di studenti e docenti provenienti dalle università di Cosenza, Dipartimento Politiche Sociali UNICAL, Francia e Belgio, nell’ambito del progetto europeo BIP Erasmus+ “Thinking About Contemporary Migrations to Promote Social Integration”.
Il tour è iniziato presso la ludoteca “Aylan”, intitolata al piccolo Aylan Kurdi, il bambino siriano simbolo della tragedia delle migrazioni nel Mediterraneo. Da lì il gruppo ha raggiunto la sede dell’associazione, dove ha potuto toccare con mano progetti, metodi e visioni che fanno di Acquaformosa un punto di riferimento nazionale. Particolarmente toccante è stato il passaggio nella scuola primaria del paese, dove gli ospiti hanno incontrato i bambini provenienti da diverse parti del mondo. La visita si è poi conclusa nella biblioteca parrocchiale, dove è stato possibile confrontarsi con la dimensione culturale e identitaria del borgo arbëresh, da secoli abituato ad accogliere.
«Acquaformosa -ha detto Manoccio- è diventata un punto di riferimento in Italia per le buone pratiche di accoglienza. Abbiamo creato un modello replicabile, capace di restituire vita ai borghi e dignità alle persone accolte. Il riconoscimento della comunità accademica ci ripaga dei tanti sacrifici fatti».
«Il nostro lavoro dimostra -ha concluso l’ex sindaco di Acquaformosa- che si può fare accoglienza di qualità anche in Calabria. Per me l’immigrazione deve rientrare nel welfare universale, come un diritto di tutti». Tra i promotori del progetto BIP, il professore Walter Greco dell’Unical, che ha accompagnato gli studenti, il quale ha dichiarato: «Acquaformosa offre un modello virtuoso di accoglienza dal basso, capace di integrare davvero: per gli studenti europei è sorprendente vedere che può essere una scelta civile e non solo istituzionale».