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SANITA' CHE FUNZIONA

Pacemaker senza fili realtà consolidata nell’Asp di Cosenza: Castrovillari ospedale apripista

Il primo intervento del 2021 proprio nella Emodinamica della città del Pollino con l'equipe del dottor Giovanni Bisignani

Si chiama leadless ed è una delle innovazioni più rilevanti della cardiologia moderna. E’ il pacemaker senza fili, una tecnologia che ha rivoluzionato la pratica clinica e che, nell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, non rappresenta più una novità sperimentale, ma una procedura ormai consolidata dal 2021 quando nell’ospedale di Castrovillari l’equipe del dottor Giovanni Bisignani affrontò il primo intervento che rappresentò un traguardo clinico ma anche simbolico per la chirurgia interventistica di provincia.

Da quel momento, la metodica è stata adottata in altre Unità Operative di Cardiologia dell’ASP, dimostrando come anche in Calabria sia possibile offrire ai cittadini cure allineate agli standard più avanzati a livello nazionale e internazionale. Il pacemaker tradizionale, pur rappresentando da decenni un presidio fondamentale nella cura delle bradiaritmie, comporta alcune criticità. La necessità di creare una tasca sottocutanea per alloggiare il generatore e di inserire cateteri collegati al cuore può comportare complicanze: infezioni, dislocazioni, fratture degli elettrocateteri, trombosi venose. Con il pacemaker senza fili, queste problematiche vengono drasticamente ridotte. Si tratta di un piccolo dispositivo che viene inserito per via percutanea attraverso la vena femorale e posizionato direttamente all’interno del ventricolo destro, senza tasca sottocutanea e senza fili. Un cambiamento che ha reso la procedura più rapida, sicura e meno invasiva.

Un salto tecnologico che cambia le regole

Eliminazione del rischio di infezioni legate alla tasca sottocutanea; assenza di complicanze correlate ai cateteri (rottura, dislocazione, fratture, trombosi venose); procedura di impianto meno invasiva e più rapida; riduzione delle complicanze a medio-lungo termine; durata maggiore della batteria (in alcuni modelli fino a 20 anni). In questo percorso di innovazione la Cardiologia di Castrovillari ha avuto il merito di introdurre per prima questa tecnologia, inaugurando un percorso che in pochi anni è diventato patrimonio comune della rete cardiologica provinciale. Il primo intervento dimostrò che le strutture periferiche potevano farsi promotrici di innovazione, riducendo il divario spesso lamentato tra nord e sud del Paese.

Corigliano-Rossano: un primato mondiale

Un ulteriore passo avanti si è avuto nello spoke di Corigliano-Rossano, dove la dottoressa Silvana De Bonis, dirigente medico della U.O. di Cardiologia, ha guidato l’impianto del pacemaker più piccolo al mondo. Dieci volte più ridotto di un dispositivo tradizionale e con una batteria capace di durare fino a vent’anni, questo pacemaker ha permesso di trattare pazienti con caratteristiche cliniche particolari, per i quali altre soluzioni non erano praticabili. Un primato che ha dato visibilità non solo all’ospedale, ma all’intera ASP di Cosenza, dimostrando che anche in Calabria si possono raggiungere livelli di eccellenza.

Una rete cardiologica che cresce

L’esperienza di Castrovillari e di Corigliano-Rossano non resta isolata. Altre Unità Operative di Cardiologia hanno adottato la metodica, ampliando l’accesso ai pacemaker senza fili. Anche l’unità operativa di Cardiologia dello spoke Cetraro – Paola, diretta dalla dottoressa Maria Teresa Manes, adotta la stessa metodica, ampliando l’offerta.  La rete provinciale si muove oggi come un sistema integrato: ogni struttura contribuisce a rafforzare l’offerta, evitando che i pazienti debbano spostarsi lontano dal proprio territorio per ottenere cure di alta specializzazione.

La centralità della valutazione medica

Nonostante l’entusiasmo per l’innovazione, l’ASP di Cosenza ricorda un principio irrinunciabile: la decisione di impiantare un pacemaker senza fili spetta al cardiologo e dipende dalle condizioni cliniche del singolo paziente. Non tutti sono candidabili, e in molti casi il dispositivo tradizionale resta la scelta migliore. Età, comorbidità, anatomia del paziente, gravità del disturbo: ogni fattore viene valutato con attenzione. L’obiettivo non è privilegiare una tecnologia sull’altra, ma scegliere quella più sicura ed efficace per ciascun caso.

Formazione e professionalità

L’introduzione dei pacemaker senza fili ha richiesto un percorso formativo intenso per le équipe mediche e infermieristiche. L’ASP ha investito nella preparazione del personale, organizzando corsi e aggiornamenti in collaborazione con le società scientifiche e con i centri di riferimento nazionali. Oggi le cardiologie della provincia possono contare su professionisti in grado di gestire con competenza questa procedura, con un livello di autonomia che garantisce sicurezza e tempestività.

Risultati ottenuti

Dall’agosto 2021 a oggi, decine di pazienti hanno già beneficiato dell’impianto di pacemaker senza fili negli ospedali dell’ASP di Cosenza. I dati confermano una significativa riduzione delle complicanze e un miglioramento della qualità di vita. Molti pazienti hanno potuto riprendere in tempi rapidi le proprie attività quotidiane, riducendo al minimo i disagi legati al ricovero e alle terapie successive. La durata della batteria rappresenta inoltre un vantaggio concreto, riducendo la necessità di ulteriori interventi nel corso degli anni.

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