Riapre dopo 20 anni la scuola di Liuteria di Bisignano istituita nel 1994 per assicurare la conservazione e la valorizzazione della tradizione liutaria bisignanese, rappresentata dalla dinastia dei fratelli De Bonis, e chiusa nel 2003. Una bella storia da raccontare e che perla di una tradizione che custodisce uno dei più antichi tesori di arte, di mestiere e di tradizione.
I fratelli De Bonis arrivarono a Bisignano intorno al 1700, sicuramente chiamati dalla corte dei Principi di Sanseverino, e divennero in questo periodo i liutai più importanti nella costruzione della chitarra. L’ultimo corso risale appunto al 2003 e vent’anni dopo – grazie all’Associazione Liutaria Bisignanese – questo luogo d’incanto riapre le sue porte a una nuova stagione di corsi, in questo caso di costruzione del violino, grazie al Maestro Liutaio, Andrea Pontedoro.
Scalpelli, pialle, riccioli dorati che si muovono fra banchi e pavimento per dar vita ad un strumento, prima delle verniciature nel laboratorio chimico appositamente dedicato e nutrito di materie prime pregiate e naturali. «Otto lunghi anni di progettazione e incontri istituzionali, hanno reso possibile, oggi, la riapertura – dice Luca Gencarelli, vicepresidente della ALB – Si tratta di un progetto finanziato dalla Regione Calabria con la quale il comune di Bisignano ha siglato un accordo di programma per il recupero e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale della scuola di Liuteria».
Molto impegno, adesso, spetta a Pontedoro, Giancarelli e Massimo Leuzzi, legale rappresentante della I. S.I.M, agenzia formativa, che ha vinto il bando per la gestione della struttura. «È un progetto ambizioso programmare il futuro di questa scuola, ha dichiarato Leuzzi, ma l’esperienza trentennale nel settore della formazione ci fa ben sperare. I collaboratori sono assolutamente all’altezza della situazione e soprattutto, ci crediamo e andremo avanti. Una grande opportunità, inoltre, anche per chi frequenta il corso, quella di imparare un nuovo antico mestiere per l’immissione nel mondo del lavoro».