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L’autonomia differenziata mette a rischio le minoranze linguistiche: Nuova arberia lancia la mobilitazione

Secondo il movimento si mettono a rischio i diritti costituzionali delle popolazioni del Meridione d'Italia e quelle calabresi in particolare

L’ Autonomia Differenziata appena licenziata in Senato rischia di cancellare i diritti costituzionali delle popolazioni del Meridione d’ Italia e, con esse, l’esistenza delle minoranze linguistiche arbëreshe, grecanica e occitana di Calabria. L’Arbëria, già penalizzata da reiterati esercizi di discriminazione e negazione dei diritti di cittadinanza e di tutela della lingua e delle specificità culturali, con l’ applicazione del regionalismo perverso contenuto nella Legge Calderoli, rischia di subire un accelerato processo di desertificazione demografica e culturale.

Il Movimento federativo delle minoranze linguistiche – N.A. Nuova Arbëria di Lungro, lancia un appello alla politica e alla società civile calabrese finalizzato a sensibilizzare l’opinione pubblica alla mobilitazione su una tematica che cambierà le sorti del Meridione d’ Italia e delle minoranze linguistiche calabresi per «porre un freno allo smantellamento in atto dei diritti sanciti dalla Costituzione, che si vuole attuare con il decentramento asimmetrico a vantaggio di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Oltre a voler vanificare il prezioso lavoro della Costituente svolto anche grazie al contributo del giurista arbëresh Costantino Mortati, la legge Calderoli innescherà processi irreversibili di peggioramento della qualità della vita, alimentando le diseguaglianze sociali».

La partita che si vuole giocare in maniera subdola e oscura, esautorando il Parlamento da qualsivoglia decisione, poiché sarà chiamato solo a esprime un atto di indirizzo al testo che sarà approvato anche dalla Camera dei deputati a colpi di maggioranza, «tradisce anche le volontà degli elettori delle altre regioni italiane che hanno dato fiducia al governo Meloni. Gli ossequi al ministro Calderoli che sono stati tributati in Calabria e il silenzio che l’esecutivo regionale oggi osserva sulla riforma dell’ Autonomia Differenziata sono atteggiamenti irresponsabili di chi, in maniera del tutto servile pur di mantere il potere, «è sceso a patti con i nemici della Calabria ed è complice della svendita dei diritti di cittadinanza dei calabresi».

Se mai i Livelli essenziali delle prestazioni dovessero essere approvati, sarà una Commissione tecnica per i fabbisogni standard, composta da tecnici del nord scelti dalla Lega di Calderoli e Salvini, a definire le priorità degli interventi e la spesa storica, ad esclusivo vantaggio delle regioni più ricche. «Questo subdolo e iniquo decentramento di potere dallo Stato alle regioni, di fatto, aumenterà le diseguaglianze nazionali e annienterà soprattutto le minoranze linguistiche calabresi».

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di Redazione

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