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IL REPORT

Illeciti ambientali: ecco il bilancio dei Carabinieri Forestali 2023

A Reggio la presentazione del report annuale e del calendario Cites. Cala il numero degli incendi boschivi

Abusivismo edilizio, tagli furtivi e utilizzazioni boschive senza autorizzazione, e la sempre presente piaga dei rifiuti. Sono queste le principali criticità che riguardano la Calabria illustrate stamane a Reggio Calabria nel corso del report dell’attività svolta dai Carabinieri Forestali nel 2023 e presentato alla stampa da Giovanni Misceo, comandante Carabinieri Forestali della Calabria.
La prestigiosa sede della sala “Piazza Paolo Orsi” del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria ha ospitato l’incontro annuale con giornalisti ed autorità al quale hanno preso parte anche il generale Giorgio Maria Borrelli, comandante Raggruppamento Carabinieri Cites di Roma (nella foto sotto) per la presentazione del calendario del 2024 e una delegazione dell’ic Radice Alighieri di Catona, periferia nord di Reggio Calabria.

Complessivamente, sono stati oltre 52.000 (di cui 1560 in Sicilia), i controlli eseguiti: a tale intenso e mirato sforzo operativo si correla l’accertamento di oltre 1.731 reati ambientali, e di 2.103 illeciti amministrativi per un totale di sanzioni inflitte pari a € 2.553.854,48. Una particolare menzione merita il Servizio di Prevenzione ed Emergenza Ambientale 1515, svolto quotidianamente in tutte le province della regione dalle volanti verdi dei Carabinieri Forestali, con un impegno complessivo di 9.960 pattuglie impegnate nel monitoraggio del territorio, con particolare riferimento alla aree di maggior pregio naturalistico, e ad assicurare riscontro alle richieste di intervento formulate direttamente dagli utenti tramite il numero verde 1515 ovvero il 112, per ogni genere di aggressione alle matrici ambientali e forestali.

Tra i Settori di intervento, primaria è stata l’attenzione rivolta alla Tutela del Territorio. Tale ambito operativo concerne, infatti, la prevenzione e la repressione degli illeciti connessi alla violazione della normativa in tema di utilizzazioni boschive, tagli di piante, tutela del vincolo idrogeologico, polizia fluviale e pascolo. La storica dedizione dei Carabinieri forestali verso tale settore è dettata dall’importanza che le relative norme rivestono ai fini della conservazione dell’assetto del suolo spesso minato dall’intervento dell’uomo attraverso illecite azioni quali tagli di piante abusivi o furtivi.

Lotta agli incendi boschi

Sempre finalizzata alla Tutela del Territorio è la massiva attività che l’Arma dei Carabinieri, nel 2023 ha condotto in materia di Incendi Boschivi: pur rimanendo uno dei fenomeni di maggiore criticità per la Regione, il fenomeno ha registrato nel 2023 in regione una diminuzione del numero degli incendi, scesi dai 685 del 2022 ai 506 nel 2023. In tale ambito operativo si è assicurato il proprio qualificato contributo, in particolare, in fase di prevenzione degli illeciti connessi agli incendi, attraverso uno schieramento fisso giornaliero di un numero consistente di equipaggi nelle aree di maggior e significativo pregio forestale, eseguendo 1873 controlli.

Sul piano investigativo, nel corso della campagna estiva antincendi boschivi, è stata operativa la “Task Force incendi boschivi”, attivata dalla Sala Operativa del Comando Generale dell’Arma, su richiesta di questo Comando, per intervenire su alcuni incendi boschivi di particolare gravità, che hanno interessato il territorio regionale anche della Sicilia, al fine di elevare i livelli investigativi delle componenti operative presenti sul territorio boscato interessato dal fuoco.
E ancora, l’intensa attività posta a tutela del Territorio è passata anche attraverso un peculiare impegno volto a prevenire e reprimere le violazioni alla normativa edilizio-urbanistica e paesaggistica, quale profonda criticità che ancora interessa il territorio regionale.

Rifiuti e inquinamento ambientale

Purtroppo, quello dei Rifiuti continua a costituire una delle fonti di maggiore preoccupazione per l’ambiente, come testimonia il numero dei reati e degli illeciti amministrativi accertati. Continuano a preoccupare, in particolare, i fenomeni di illecito smaltimento attraverso gli abbandoni e le combustioni, in particolare nelle aree periurbane ed urbane, nonché le discariche abusive ed i depositi incontrollati. A quanto precede si aggiungano le numerose e complesse attività d’indagine in corso a cura dei Nuclei Investigativi di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale afferenti anche i traffici illeciti organizzati.

Al pari dei Rifiuti, particolarmente attenzionate sono state le criticità connesse ai fenomeni di Inquinamento ambientale, quali potenziali cause di gravi danni alle matrici ambientali e di squilibri per l’ecosistema. L’attività in vaglio presenta un trend crescente di illegalità che, tuttavia, appare più agevole contrastare, rispetto ad altri settori, grazie agli strumenti normativi costituiti dai cc.dd. Ecoreati, introdotti dal Legislatore nel codice penale, con particolare riferimento al delitto di “Inquinamento ambientale”. Anche in tale contesto si colloca la piena sinergia operativa che lega i Reparti dei Carabinieri Forestali a quelli Territoriali: si citano tra tutte le Operazioni congiunte programmate dalla Legione Carabinieri Calabria, denominate “DEEP”, concernente il controllo sui depuratori, “OLEUM”, riferita agli scarichi dei reflui prodotti dai Frantoi oleari, e “WAVE”, avente ad oggetto i controlli sui Lidi ed i complessi turistici. In tali contesti operativi, i Carabinieri Forestali hanno assicurato il proprio contributo operativo per i profili afferenti la propria competenza in materia ambientale.

Proseguendo, il controllo per la tutela delle Aree Protette costituisce un servizio ed un impegno tradizionale sempre indispensabile che i Carabinieri Forestali assolvono, anche ai fini della salvaguardia e conservazione della biodiversità animale e vegetale nei Parchi Nazionali, nelle Riserve dello Stato e nei territori protetti regionali, nonché nei siti della Rete Natura 2000 che, nel loro complesso rappresentano il più ampio sistema integrato di protezione e conservazione delle risorse naturali.

Nel peculiare settore di competenza costituito dalla Tutela della Fauna, intensificato è stato l’impegno per prevenire e contrastare la pratica del bracconaggio nei confronti della fauna selvatica, nonché il traffico illecito delle specie minacciate di estinzione (normativa CITES), per il mantenimento di un elevato livello di diversità biologica. Sul punto non si può non evidenziare il contributo che la tradizionale “Operazione Adorno” assicura da anni al fine del ridimensionamento del fenomeno del bracconaggio nel territorio reggino.

Sempre alta resta, ancora, l’attenzione operativa assicurata dai Carabinieri Forestali per la Tutela della Flora, condotta mediante il controllo degli ecosistemi forestali, al fine di prevenire e contrastare i vari fenomeni di illegalità che interessano, ad esempio, le importazioni di legname extra UE di cui ai regolamenti comunitari EUTR.

Ed ancora, non di minor rilievo per l’interesse collettivo che riscuote, è il Settore della Sicurezza agroalimentare, tesa a verificare i processi di produzione e le possibili aggressioni alle risorse agroalimentari regionali. L’attività in commento è stata finalizzata, in particolare, al contrasto della contraffazione dei prodotti agroalimentari, al controllo sulla loro tracciabilità e rintracciabilità lungo tutta la filiera al fine di verificarne la corretta origine, salvaguardandone la qualità, ed alla repressione delle frodi.

L’impegno per l’educazione ambientale

In ultimo, anche nel 2023, i Carabinieri Forestali hanno dedicato un particolare e sentito impegno all’educazione ambientale nelle scuole con una diffusa serie di interventi nei plessi scolastici della Regione che hanno coinvolto circa 6000 studenti appartenenti a 76 scuole.
Con tali iniziative Comando Regione Carabinieri Forestale “Calabria”, intende promuovere una più diffusa adesione da parte delle nuove generazioni alla legalità ambientale, nell’ambito del consolidato e proficuo rapporto di collaborazione con il mondo della Scuola.

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CIVICA ORORIFICENZA

Morano Calabro conferisce la cittadinanza benemerita al giornalista Salvo Esposito

L’importante riconoscimento è stato ufficialmente consegnato durante un Consiglio comunale straordinario convocato dal presidente Mario Donadio in una sede insolita quale l’auditorium Massimo Troisi

Al giornalista Salvo Esposito è stata conferita nei giorni scorsi la Cittadinanza Benemerita a Morano Calabro. L’importante riconoscimento è stato ufficialmente consegnato durante un Consiglio comunale straordinario convocato dal presidente Mario Donadio in una sede insolita quale l’auditorium Massimo Troisi.

A Salvo Esposito, giornalista e scrittore originario di Cassano Jonio ma con importanti trascorsi professionali nella capitale sono state riconosciute dai componenti del Consiglio “le molteplici qualità e l’efficacia delle iniziative culturali.
Esaminata la proposta, dopo un breve dibattito nel quale sia la maggioranza sia le opposizioni  si sono ritrovate concordi, l’assemblea moranese ha tributato ad unanimità la civica onorificenza al gradito ospite: «Per essersi contraddistinto nella sua opera culturale». Il Sindaco Nicolò De Bartolo, ha posto l’accento sulle qualità del personaggio, sottolineando taluni aspetti relativi al suo storico attaccamento a Morano, nonché sulle ragioni che hanno portato l’esecutivo a concedere la benemerenza.

Prima di cedere il microfono De Bartolo ha salutato e ringraziato i suoi omologhi di Laino Castello, Gaetano Palermo, e quello di Panettieri, Salvatore Parrotta. Similmente il presidente dell’Assise locale, Mario Donadio, il quale ha tratteggiato i punti focali di una scelta che non mancherà di produrre vantaggi alla comunità. Concetti ribaditi dal consigliere Salvatore Siliveri nella dichiarazione di voto del gruppo di maggioranza.
Riflessione dettata da sentimenti e ricordi d’infanzia quella proposta dalla consigliera Marisa Di Maria, che ha rimarcato aspetti di vita risalenti all’infanzia trascorsa con lo scrittore nella vicina Cassano, loro città natale.
Il consigliere Biagio Angelo Severino nel dirsi favorevole al conferimento della benemerenza, ha evidenziato l’importanza dell’associazionismo nella realizzazione dei presepi viventi del Pollino.

Terminata la sessione istituzionale e consegnata la pergamena ufficiale al neocittadino benemerito, la manifestazione si è incanalata nel duplice binario: Cultura/Spettacolo. In primis con la presentazione del libro “Buon compleanno Presepe”, di Salvo Esposito, che dopo le presentazioni di Napoli, Castrovillari e Caltagirone ha visto Morano quale splendida location per presentare questa particolare iniziativa editoriale. Coordinati dal giornalista Pino Rimolo, hanno disquisito con l’autore il sindaco De Bartolo, il presidente Donadio, il presidente della Proloco Rocco Ingianna, a seguire l’esibizione dei figuranti in costume giunti da Tricase (Le), Panettieri (Cs) e Laino Castello (Cs), protagonisti delle più belle rappresentazioni della nascita di Gesù. Un viaggio nel mondo del presepe arricchito dalle musiche del trio zampognari di Morano, composto dai maestri Luigi Stabile, Silvio Bonafine e Remo Chiappetta. Le note delle pastorali e delle nenie natalizie hanno piacevolmente accompagnato le sfilate delle numerose comparse e valorizzato particolari aspetti della tradizione religiosa. Sul palco si sono poi alternati, nel ballo della tarantella, i soci del locale Centro di Animazione Culturale per Giovani e Anziani, guidati da Palma Rizzo. La teatralità del presepe e i contenuti spirituali sono stati brillantemente illustrati da padre Bruno Macrì, dell’ordine dei Frati Cappuccini. L’Amministrazione comunale ha omaggiato i partecipanti con un piatto del ceramista di Caltagirone, Bartolomeo Frazzetta, un manufatto nel quale l’artista siciliano, da una foto di Pasquale Lombardi, presenta un’immagine stilizzata di Morano.

La kermesse si è chiusa con la suggestiva performance degli attori che inscenano la natività nel quartiere San Pietro di Morano. Una trentina di soggetti guidati da Adriana e fr. Massimo Gallicchio, sostenuti da Nicola Cino e Raffaele Aita, e tanti uomini e donne, tra cui Biagio Russo, che si spendono senza lesinare energia per la buona riuscita della kermesse.

 

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MOBILITAZIONE DEI TRATTORI

Lo Polito incontra agricoltori in protesta: «il vostro settore è vitale»

Giovedì 1 febbraio la mobilitazione si sposterà nella città di Castrovillari partendo dal presidio permanente presso lo Scalo di Spezzano Albanese

Non si placa l’onda della mobilitazione che sta interessando il mondo agricolo contro le scelte dell’Ue in sede di politiche agricole. Giovedì 1 febbraio la protesta dei trattori invaderà la città di Castrovillari partendo dal presidio permanente ormai consolidato presso lo scalo di Spezzano Albanese.

Proprio li il sindaco della città del Pollino ieri sera ha incontrato i manifestanti al termine di un’altra intensa giornata di mobilitazione caratterizzata dai blocchi stradali lungo la Ss 283 fino a San Marco Argentano. «Tutto nasce dalla terra» ha ribadito il sindaco di Castrovillari ai manifestanti, ricordando le teorie degli economisti francesci che nel passato consideravano l’agricoltura la vera e unica attività primaria. «Vedo tra di voi tanti giovani, segno che si continua ad investire in un settore che è vitale per ciascuno di noi».

Intrattendosi con gli attivisti del presidio il sindaco Lo Polito ha sottolineato come la situazione che vivono attualmente gli agricoltori non sia semplice per via dell’aumento dei costi di produzione che si ripercuotono anche con il costo finale dei prodotti e una diminuzione del vantaggio economico. Sposando le ragioni del mondo agricolo, preoccupato per il proprio futuro, ha ribadito vicinanza istituzionale facendo proprie le istanze dei produttori.

Giovedì mattina la carovana di trattori, simbolo delle proteste di questi giorni, si sposterà proprio a Castrovillari per discutere delle problematiche che affliggono il settore e minacciano le produzioni Made in Italy.

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FINE DELLA CONSILIATURA

Villapiana: sfiduciato in consiglio il sindaco Paolo Montalti

Sette consiglieri tra cui tre di maggioranza, hanno presentato e votato la mozione di sfiducia. Ecco perchè

Fine anticipata per la consiliatura di Paolo Montalti, sindaco di Villapiana, costretto a tornare a casa dopo nove anni da primo cittadino. La sua carriera politica nel comune jonico era iniziato negli anni ’80 quando fu protagonista di altri dieci anni di amministrazione.

Una mozione di sfiducia presentata da un gruppo eterogeneo di consiglieri di maggioranza (tre in tutto) e opposizione (quattro) ha contestato la gestione amministrativa, soprattutto dell’ultimo periodo. In particolare si punta il dito sulla decisione del sindaco di indire due concorsi a pochi mesi dalle imminenti elezioni amministrative. Questa mossa, apparentemente senza una chiara maggioranza consiliare, ha scatenato polemiche tra i consiglieri, evidenziando una mancanza di consenso interno.

Ad aggiungersi alle critiche anche la nomina del nuovo amministratore unico della società in house BSV senza il preventivo avallo del consiglio comunale.

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VERSO LE AMMINISTRATIVE

Noi di Centro organizza il partito in provincia di Cosenza: Gabriele Iazzolino neo coordinatore

La nomina è arrivata dal segretario nazionale, Clemente Mastella, d'intesa con i vertici del partito.

Il castrovillarese Gabriele Iazzolino, nuovo coordinatore provinciale di “Noi di Centro”. La nomina è arrivata dal segretario nazionale, Clemente Mastella, d’intesa con i vertici nazionali. Al neo coordinatore spetta ora il compito di organizzare il partito, in vista anche delle prossime elezioni amministrative, che interesseranno alcuni comuni della provincia di Cosenza.

«Nei prossimi giorni – dichiara Iazzolino – riuniremo i nostri iscritti per formare un ufficio politico provinciale con delegati in rappresentanza delle diverse zone in cui si suddivide la nostra provincia. Fornendo non solo analisi e critiche, ma soprattutto soluzioni credibili e realizzabili per dare risposte concrete alle esigenze della collettività. L’adesione a Noi Di Centro – aggiunge – non ammette dubbi ed intende essere chiara nel rilanciare l’azione centrista, che Ndc non vuole delegare ad altri soggetti».

Va detto che, a breve, sarà operativa anche una sede provinciale, quale punto di riferimento per i cittadini che intenderanno partecipare attivamente e fattivamente alla vita politica del partito.

 

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BUON ESEMPIO

La mafia spiegata ai bambini: storia di un piccolo seme di legalità

Francesco Andrea Pellegrini ha scelto Giovanni Falcone e Paolo Borsellino come suoi super eroi e tra qualche mese coronerà il sogno di dormire nella casa del giudice antimafia a Palermo, ospite del fratello Salvatore.

“Non li avete uccisi. Le loro idee camminano sulle nostre gambe”. E’ uno dei più celebri manifesti antimafia che ricorda il sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, simbolo della lotta alla mafia negli anni più difficili del Paese, quando la criminalità organizzata alzò il livello dello scontro con lo Stato, facendo saltare in aria, a distanza di pochi mesi, i due più rappresentativi uomini di giustizia impegnati nel contrasto alla organizzazione criminale siciliana. Quella frase sintetizza bene l’eco che quelle stragi terribili hanno suscitato nell’opinione pubblica, generando consapevolezza e voglia di riscatto, di giustizia, di legalità. Un eco cosi profondo che anche chi in quegli anni non era ancora nato, ne ha ereditato (sicuramente dai sani insegnamenti appresi in famiglia) il valore assoluto tanto da scegliere i due giudici antimafia come supereroi dei quali seguire l’esempio.

E’ quanto ha scelto di fare Francesco Andrea Pellegrini, dieci anni studente del Villaggio scolastico di Castrovillari, che fin all’età di tre anni ha deciso che i suoi “miti” da seguire non sarebbero stati cantanti o personaggi televisivi, ma uomini che avevano dato la vita per combattere la mafia. E’ iniziata così la storia, forse inconsapevole anche per lui stesso, di un piccolo seme di legalità che in primis ha deciso di trasferire impegno e testimonianza di quei valori nei confronti dei suoi coetanei ai quali quotidianamente parla di quanto nel vivere civile si possa, sin da piccoli, scegliere l’onestà al malaffare, il rispetto delle regole alla furbizia.

“Il piccolo Giovanni Falcone” così come lo hanno soprannominato è cresciuto con questa voglia di dare “il buon esempio” ed è diventato testimonial più accreditato per spiegare la mafia ai bambini. Gesti, parole, emozioni che raccontano di una speranza che si alimenta concretamente del sano vivere nel rispetto delle regole, amplificando con semplicità il messaggio di Falcone e Borsellino. Scegliere “da che parte stare” fin dalla tenera età rappresenta il risultato più convincente che si possa dare al “sacrificio” dei due giudici uccisi dalla mafia. I suoi genitori, orgogliosi di lui, lo accompagnano negli impegni che lo riguardano. Tante sono le scuole o le associazioni che richiedono un suo intervento, ascoltando la passione che ha nel raccontare di come si possa sconfiggere la criminalità, partendo dai proprio comportamenti ordinari.

Legalità che si fa concreta nel condannare i gesti disonesti di tutti e ogni atteggiamento non consono ai principi fondamentali del vivere civile. Nel suo futuro il sogno di diventare magistrato, ma per ora si accontenta di assaporare l’emozione, in primavera, di essere ospite del fratello di Paolo Borsellino, Salvatore nella casa del giudice Paolo a Palermo.

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VIOLENZA DOMESTICA

Non accetta la separazione: sequestra e picchia la moglie con l’aiuto della sorella

L’uomo hanno bloccato la vittima mentre era alla guida della sua auto, prendendola a calci e pugni e rompendole un dente. Poi l'han fatta salire contro la sua volontà sulla sua vettura e riportata nella casa dove vivevano da sposati.

Non accettava la separazione e, per questo motivo, ha sequestrato e picchiato con calci e pugni la moglie, rompendole anche un dente. Protagonista di quest’ennesima brutta storia di violenza domestica è un uomo di 46 anni, di Fiumara di Muro, nel Reggino, il quale è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Villa San Giovanni con l’accusa di sequestro di persona, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate.

L’uomo, che è un operatore socio sanitario, avrebbe agito in complicità con la sorella quarantatreenne, finita anche lei in manette. L’uomo, con l’aiuto della sorella, avrebbe bloccato per strada l’automobile condotta dalla moglie, da cui si era separato da poco. Ha quindi, costretto la donna a scendere dalla vettura e l’ha malmenata con violenza, provocandole lividi ed ecchimosi su tutto il corpo, nonchè la rottura di un dente. Dopo averle sottratto il telefono cellulare, il 46 enne e la sorella hanno fatto salire la donna sulla loro macchina e l’hanno portata nella casa in cui viveva la coppia, prima della separazione. É stato a questo punto che la donna é riuscita a liberarsi, grazie anche all’aiuto della figlia, ed a chiamare il 112, facendo intervenire così i carabinieri, che hanno arrestato i due responsabili delle violenze. Entrambi sono stati posti ai domiciliari, dove attualmente si trovano.

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TROFEO NAZIONALE

Ju Jitsu: cinque podi per gli atleti della Dojo Bushi Castrovillari Asd

Tre alteti cittadini fanno parte del progetto Studente/Atleta del Miur e sono ritenuti di alto livello di interesse nazionale

Torna a casa con un bottino pieno la Dojo Bushi Castrovillari Asd, protagonista in positivo del trofeo nazionale “Gino Bianchi” di ju jitsu, disputato a Genova il 27 e 28 gennaio. L’associazione sportiva guidata da Massimo Viola ha portato a casa ben cinque podi, assegnati ad altrettanti atleti del team castrovillarese.

A Giulia Filomia è toccato l’argento classe esordienti B categoria -52kg, così come per Rebecca Dini nella classe cadetti categoria -70 kg. Medaglia di bronzo invece per Matteo Vola nella classe cadetti categoria -73kg, Cristiano Zicari per la classe cadetti categoria -66kg e Carmine Miglio nella classe esordienti B categoria +73kg.

Bel risultato su 563 atleti partecipanti arrivati da tutta Italia che ha visto gli atleti castrovillaresi ben rappresentare la Calabria portando a casa ottimi piazzamenti e medaglie che confermano la qualità del lavoro svolto e la preparazione di alto livello che segnala, tra l’altro, gli atleti Viola, Filomia e Zicari tra i protagonisti del progetto Studente/atleta del Miur.

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LA TRAGEDIA

Muore d’infarto mentre è in coda per la protesta degli agricoltori

Il 55enne era in viaggio con la figlia in auto sulla Ss106 quando è stato colto da un improvviso malore. Sul posto 118, elisoccorso e i carabinieri della Compagnia di Sellia Marina. Vani i soccorsi

Dramma in Calabria, durante la protesta degli agricoltori contro le direttive europee. Il fatto è accaduto quest’oggi sulla statale 106, all’altezza del comune di Cropani, nel Catanzarese, in località Difesa. Vittima un automobilista di 55 anni, il quale si trovava incolonnato con la sua auto, a pochi chilometri dai blocchi stradali organizzati dagli agricoltori, ormai da circa una settimana, quando, all’improvviso, è stato colto da un infarto ed è morto sul colpo.

L’uomo si trovava in auto con la figlia, in attesa di poter transitare, quando ha avuto il malore. Sul luogo sono immediatamente intervenute le ambulanze del 118 ed anche l’elisoccorso, alfine di agevolare i soccorsi, ma per l’uomo non c’è stato, purtroppo, nulla da fare. Sul posto sono giunti anche i militari della Compagnia carabinieri di Sellia Marina, a cui spetterà il compito di ricostruire la dinamica di quanto avvenuto.

 

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LA DENUNCIA

Cgil: la sanità calabrese ancor più danneggiata dall’autonomia differenziata

La scelta di prolungare il commissariamento non produrrà effetti positivi. La minore spesa sanitaria costituirà il tetto futuro per la Calabria.

«Tredici anni di commissariamento non sono più sopportabili». La denuncia arriva da Giuseppe Guido, Segretario Generale CGIL Pollino Sibaritide Tirreno, e Vincenzo Casciaro, Segretario Generale comprensoriale FP CGIL, proprio a ridosso del primo voto sul Ddl Calderoli sull’autonomia differenziata. Le conseguenze del commissariamento, infatti, le pagano i cittadini «ma anche tutti gli operatori della sanità, che sono sempre di meno, sempre più stanchi, sempre più stressati e sfiduciati». Infatti «da un lato, infatti, il commissario governa la sanità senza la necessità di rispettare le regole democratiche del confronto; e il governo nazionale trae vantaggio da questa situazione continuando a imporre sacrifici ai Calabresi. Ricordiamo, peraltro, che da molti anni, e per colpa del commissariamento sanitario, i calabresi pagano l’addizionale regionale nella percentuale più alta consentita».

Nel frattempo però questa situazione ha fatto lievitare la migrazione sanitaria «il cui costo è diventato una delle più importanti voci di spesa della Regione: solo lo scorso anno oltre 300 milioni di euro spesi dalla Calabria a favore di altre Regioni, come la Lombardia, il Lazio, l’Emilia Romagna, con una tendenza costante alla crescita». Ma i problemi del sistema regionale non finisco qui. «Proprio in questi giorni, il Parlamento sta accelerando sullo scellerato patto politico di maggioranza, denominato autonomia differenziata, che altro non è se non l’applicazione del principio per cui ogni Regione spenderà sulla base della spesa storicizzata, di fatto eliminando la solidarietà nazionale. In pratica, in attuazione dell’autonomia differenziata, ogni Regione potrà spendere sulla base della ricchezza da essa stessa prodotta, e comunque in base a quanto speso finora. Ecco i vantaggi per il governo e per le Regioni del nord, favorevoli all’autonomia differenziata: la minore spesa sanitaria calabrese, imposta tramite il commissariamento, costituirà il futuro tetto di spesa sanitaria della Calabria; ma il bisogno di sanità, che non potrà (come già oggi) essere soddisfatto nella nostra Regione, continuerà ad essere garantito dalle altre Regioni, obbligando i Calabresi a ulteriore spesa per migrazione sanitaria».

Proprio per questo affermano Guido e Casciaro «è ancora più urgente ritornare al regime della gestione ordinaria della sanità calabrese. Il commissariamento, infatti, ha ulteriormente abbassato i livelli essenziali di assistenza, ha impedito gli investimenti infrastrutturali più importanti e ha bloccato il turn over, con il risultato che, oggi, in tutta la Calabria non c’è struttura sanitaria, che non sia carente di Personale. Infine, questo “dimagrimento” imposto alla sanità calabrese, rischia di fare da apripista (in quanto spesa di futuro riferimento) all’interno di una riforma costituzionale, l’autonomia differenziata, in cui gli egoismi regionali avranno la meglio sui principi di sussidiarietà e solidarietà nazionali».