Ascoltandoli sembra di assistere alla scena del film Sliding Doors, reso celebre da Gwyneth Paltrow. Ma mentre nella pellicola cinematografica americana il destino della protagonista si apre verso due destini diversi, qui la comunione di intenti e sintonie tra Simone e Veronica Di Diego è praticamente identica. Fratello e sorella con nove anni di differenza e lo stesso percorso di studi: chimica e tecnologia farmaceutica presso l’Unical di Arcavacata. Poi la partenza, prima di lei per il Lazio con la prima esperienza lavorativa di undici mesi prima di far ritorno a Castrovillari dove negli ultimi quindici anni ha prestato servizio presso una Parafarmacia della città. Lui, il fratello piccolo, dopo la laura parte per il Mugello dove svolgerà servizio per circa sei anni presso una farmacia rurale dell’entroterra toscano.
Un legame di sangue ma anche territoriale li insegue e li coinvolge in tutto questo tempo. Lei ostinata a restare e costruire qualcosa di “proprio” dopo l’esperienza maturata, lui attratto dal richiamo delle origini, con la voglia di rientrare appena si fosse presentata l’occasione giusta. Sintonie, visioni, professionalità che dopo anni di esperienze si incontrano e ritrovano tra le carte di un progetto – presentato quasi per gioco – per accedere all’incentivo “Resto al Sud” che sostiene la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e libero-professionali in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia.
Il sogno messo nel cassetto prende forma nella telefonata che arriva dai responsabili della misura regionale che li convoca qualche mese fa per approfondire le basi di quella scelta di investire nella propria città. Da lì in avanti è una corsa contro il tempo. A distanza di pochi giorni l’approvazione della domanda, l’iter burocratico che ha bisogno di essere strutturato. La scelta del locale, gli ordini da fare, l’arredamento del futuro esercizio commerciale da ordinare e intanto la notizia (per il fratello che vive in Toscana) della compagna in attesa, e poi la nascita del primo figlio. Tutto nel vortice di un trasloco verso la terra da sempre sognata come meta di ritorno, l’attività da inaugurare, la relazione imprenditoriale con la sorella maggiore. Poi il taglio del nastro e i primi giorni dietro al bancone della Parafarmacia del Viale, la loro attività nata grazie al fondo di Resto al Sud che gli ha permesso di «realizzare il sogno che avevamo da sempre».
«Ciascuno di noi – commentano sorridenti mentre si alternano a servire gli utenti che entrano – ha portato le sue competenze e la sua esperienza. Ci completiamo e facciamo il lavoro che ci piace» dicono mentre lanciano il messaggio a tanti giovani come loro che vogliono investire al sud, potendo usufruire degli incentivi messi a disposizione di chi vuole tornare e avere l’opportunità di fare impresa.
L’esercizio presto si strutturerà con consulenze specialistiche, mentre nel cassetto c’è il desiderio di poter attivare le consegne a domicilio per quanti non hanno la facilità di spostamento. Ma per ora si godono quanto costruito con fatica e formazione, avendo a cuore il contatto con la gente e poter fornire servizi utili alla collettività. E pensare che Veronica, la prima volta che entrò in Farmacia per il tirocinio, disse di voler tornare in laboratorio e non fare questo lavoro. Oggi non potrebbe fare altro che questa professione. Proprio come quel treno, che preso nel momento giusto, l’ha condotta nella direzione che neanche sperava di poter raggiungere.