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VINO CALABRESE

Merano Wine Festival in Calabria: occhi puntati sulla biodiversità vitivinicola del Sud

Per tre giorni tra Cirò e Cirò Marina eventi diffusi con la Calabria assoluta protagonista di un viaggio tra territori, vitigni autoctoni e visioni future per i nuovi linguaggi del vino

Un evento diffuso dedicato alla biodiversità vitivinicola del Sud Italia, con protagonista assoluta la Calabria. Un viaggio tra territori, vitigni autoctoni, visioni future e nuovi linguaggi del vino. Degustazioni, masterclass, talk, collettive regionali, novità sul mondo del biologico e dello spumante del Sud. Ed ancora: Food area con eccellenze gastronomiche e addirittura un servizio navetta gratuito. Dal 7 al 9 giugno 2025 il Merano Winefestival sbarcherà in Calabria, a Cirò e a Cirò Marina. Un’altra scommessa della Regione, dopo quella del Vinitaly Sibari avviata l’anno scorso e in replica tra qualche settimana.

L’assessore all’Agricoltura Gianluca Gallo, insieme al presidente Roberto Occhiuto, sta agendo su due fronti: il potenziamento delle collettive nei diversi appuntamenti nazionali e internazionali e la sperimentazione in Calabria della presenza attiva di alcune di queste stesse manifestazioni.  Tre giornate per scoprire la Calabria attraverso il vino, la cucina e le storie di un territorio autentico. Sabato 7 giugno Il borgo di Cirò si accende con lo Street Wine&Food Festival: 9 vitigni autoctoni, 5 regioni ospiti, 10 chef e un viaggio tra calici e tradizione. Domenica 8 e lunedì 9 giugno più di 130 espositori tra cantine e produttori food, premiazioni WineHunter Award, showcooking d’autore, Social Garden e Lounge Mixology&Music.

«Un’esperienza che celebra l’anima del Sud» – dicono i protagonisti – «Merano WineFestival Calabria è un progetto nato dalla collaborazione tra il Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria – con il supporto operativo di Arsac – e Merano WineFestival. Insieme al Consorzio di Tutela e Valorizzazione dei vini DOC Cirò e Melissa, l’obiettivo è quello di portare in Calabria lo spirito e l’eleganza del Festival altoatesino, valorizzando al tempo stesso le eccellenze enogastronomiche del territorio. Ma c’è di più: questo progetto vuole celebrare il valore, la tradizione e la straordinaria biodiversità della viticoltura e della gastronomia del Sud Italia, riconoscendole come parte viva e autentica della cultura italiana. Un evento che unisce passione, identità e qualità, nel cuore di una terra ricca di storie da raccontare e sapori da scoprire”, si legge nella pagina ufficiale dell’evento».

Helmuth Köcher innamorato della Calabria. Gallo e Caligiuri pronti alla sfida

Il Presidente e fondatore del Merano Wine Festival, Helmuth Köcher, si professa innamorato della Calabria. «Spostare il Merano Wine Festival nel Sud è un’idea che ho già da tanti anni proprio perché penso sia importante anche non concentrare sempre tutto al Nord. Ho lanciato il primo Merano Wine Festival nel 1992 con un messaggio: la chiave del successo è la qualità. In Calabria avete una storia, quella della Magna Graecia, ed un territorio punto di riferimento per la viticoltura», dice. Il patron cita anche Luigi Lilio, ideatore della riforma del calendario gregoriano, tanto è ispirato dalla cultura della nostra terra. «Ce l’abbiamo fatta anche questa volta – esulta l’assessore all’Agricoltura, Gianluca Gallo – Una manifestazione importante a livello nazionale che ha l’ambizione della qualità e che si sposta in Calabria per valorizzare i vini cirotani e calabresi, ma anche l’agroalimentare e l’artigianato calabrese. Un’occasione per venire a visitare una regione meravigliosa, straordinaria, nella quale crediamo molto e che stiamo cercando di valorizzare in ogni modo».

Gli fa eco Fulvia Michela Caligiuri. «Questo Festival – sottolinea la direttrice generale di Arsac, supportata come sempre dall’operatività dei suoi uomini e donne coordinati dalla vera anima degli uffici, Michelangelo Bruno Bossio– rappresenta una straordinaria opportunità per la Calabria per mostrarsi come un territorio che unisce tradizione, qualità e innovazione. In quest’ottica, Cirò è il luogo ideale per raccontare al mondo il nostro orgoglio e la nostra identità enologica».

Il Cirò Rosso Riserva si avvia a diventare Cirò Classico DOCG

Non solo l’evento. Con la pubblicazione del disciplinare nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, il Cirò Rosso Riserva si avvia a diventare Cirò Classico DOCG, segnando un punto di svolta per l’intero territorio vitivinicolo di Cirò e Cirò Marina. «Un traguardo storico, atteso e costruito con determinazione passo dopo passo – dice il presidente del Consorzio, Raffaele Librandi – In assenza di opposizioni entro 90 giorni, il passaggio a DOCG sarà ufficialmente ratificato. Frutto di un lungo percorso iniziato nel 2019 e guidato dal Consorzio di Tutela Vini DOC Cirò e Melissa, che ha concluso integralmente l’iter burocratico anche a livello di Commissione europea, il passaggio a DOCG rappresenta non solo un riconoscimento della qualità del vino, ma soprattutto una consacrazione del valore territoriale, culturale e storico dell’area produttiva, racchiusa nei comuni di Cirò e Cirò Marina, in provincia di Crotone. È in questa zona delimitata – che si estende dalle colline litoranee alle prime pendici della Sila – che il vitigno autoctono Gaglioppo, protagonista indiscusso della denominazione, trova la sua massima espressione» – aggiunge Librandi, insieme a tutti i viticoltori del territorio. Con il Cirò Classico DOCG, la Calabria del vino compie un passo decisivo verso il riconoscimento della propria identità vitivinicola, fondata sulla valorizzazione del territorio, dei vitigni autoctoni e del lavoro quotidiano di una comunità coesa e appassionata, rappresentata oggi da oltre 300 viticoltori e 71 cantine. Un risultato che rafforza il prestigio dell’area di produzione e apre nuove prospettive per il futuro della denominazione.

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